5 Giugno 2024
Pagamenti e decarbonizzazione: perché è il momento di accelerare

Pagamenti e decarbonizzazione: perché è il momento di accelerare

La tutela del Pianeta è diventata una priorità a livello globale, portando individui, imprese e istituzioni a modificare le proprie scelte, orientandole verso abitudini e idee di sviluppo più sostenibili. Le transazioni economiche, che ancora contribuiscono alle emissioni inquinanti, rappresentando uno dei temi da rivalutare in chiave ecologica attraverso l’adozione di tecnologie e strategie di decarbonizzazione dei pagamenti, così da minimizzarne l’impatto ambientale.

Inquinamento: perché è necessario agire ora?

Negli ultimi anni, lo sviluppo economico ha portato il valore del benessere a livelli mai visti prima, tuttavia questo progresso ha avuto anche un costo in termini di impatto ambientale. L’espansione industriale, l’urbanizzazione, l’incremento delle popolazioni e dei consumi di preziose risorse naturali non rinnovabili, hanno contribuito a innalzare notevolmente i livelli di inquinamento, causando gravi danni all’ambiente, alla salute e al futuro dell’uomo.

Lo sfruttamento e la cattiva gestione dell’aria, dell’acqua e del suolo, politiche di consumo e produzione incontrollate, pratiche non sostenibili e non rispettose dell’ecosistema globale, hanno accentuato fenomeni come il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità e l’innalzamento del livello dei mari. La progressione e l’intensificarsi di questi eventi hanno reso la sostenibilità un tema centrale nei piani d’azione nazionali e internazionali, richiedendo l’adozione rapida e completa di soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale delle attività umane.

La riduzione delle emissioni di carbonio (CO2) è una sfida di natura globale che deve essere affrontata il più rapidamente possibile, includendo un impegno collettivo e responsabile per contrastare le conseguenze delle emissioni provenienti dalle numerose attività antropiche che coinvolgono sia le grandi produzioni industriali, sia le piccole abitudini quotidiane di ogni cittadino.

Ogni persona, infatti, dovrebbe considerare il proprio ruolo nella lotta all’inquinamento, adottando comportamenti più sostenibili e consapevoli in ogni ambito della propria vita per contribuire alla salvaguardia del pianeta. Tra le diverse azioni che possono fare la differenza ci sono, solo per citarne alcune, l’utilizzo dei mezzi pubblici al posto dell’auto privata, la scelta di prodotti biologici e locali, il riciclo e il riuso dei materiali, l’implementazione di tecnologie a basso impatto ambientale nelle proprie abitazioni e luoghi di lavoro.

Un altro importante aspetto da considerare riguarda le transazioni economiche, che rappresentano un’area fondamentale in cui agire per ridurre l’impatto ambientale e favorire la transizione verso un’economia più sostenibile. I pagamenti ricoprono un ruolo fondamentale nella nostra vita quotidiana e le scelte che facciamo in questo campo possono avere un impatto significativo sull’ambiente poiché ogni transazione ha un’impronta ecologica diversa a seconda del metodo utilizzato.

È quindi necessario un cambio di paradigma, orientando le scelte finanziarie verso l’adozione di sistemi più sostenibili ed ecologici, promuovendo la decarbonizzazione dei pagamenti come uno degli strumenti chiave per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni e mitigazione del cambiamento climatico. Ecco perché è il momento di accelerare in questa direzione.


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L’impatto delle transazioni sull’inquinamento e l’importanza della decarbonizzazione dei pagamenti

Il settore dei pagamenti ha subito numerosi cambiamenti negli ultimi decenni che lo hanno portato a diventare sempre più automatizzato e digitale, con un notevole incremento dei volumi di transazioni.

La rapida evoluzione dei sistemi di pagamento ha, infatti, portato alla creazione di strumenti molto diversi tra loro. Il denaro contante, considerato il metodo di pagamento per eccellenza, è stato in parte sostituito da carte di debito, credito e prepagate, che sfruttano la tecnologia RFID (Radio Frequency Identification), a cui si aggiungono smartphone e wearable device, come gli smartwatch, che grazie alla tecnologia NFC (Near Field Communication) permettono pagamenti contactless, ovvero senza contatto fisico tra il dispositivo e il POS.

A questa evoluzione hanno senza dubbio contribuito le misure di distanziamento sociale applicate a livello globale durante la pandemia di Covid-19, che hanno spinto le persone a ricorrere all’uso di metodi di pagamento senza contatto per ridurre i rischi di contagio. Il report Accelerating the decarbonisation of payments, sponsorizzato da Worldline in collaborazione con Paris Dauphine-PSL University, rende evidente questo cambio di preferenza.

Nonostante il contante sia da sempre un mezzo di pagamento largamente adottato dalle persone, il suo utilizzo è sceso del 20% dal 2016, lasciando il posto alle transazioni avvenute con le carte, che sono passate dal 41% di utilizzi nel 2019 al 62% del 2022, e a quelle che richiedono l’utilizzo di smartphone, che hanno raggiunto il 3% nel 2022. Questo cambio di rotta è dovuto soprattutto ai vantaggi offerti dai pagamenti digitali, che sono tracciabili, rapidi e più sicuri.

Un aspetto poco conosciuto riguarda però l’impatto ambientale che tutti questi mezzi comportano, che include non solo dagli elementi visibili come i terminali di pagamento, le tessere e gli scontrini, ma anche processi invisibili, come la connessione internet, l’autenticazione o le comunicazioni tra i server.
Per comprendere meglio quali sono i volumi di inquinamento prodotti dai pagamenti digitali e da quelli in contanti, nel già citato studio di Worldline sono stati presi in considerazione gli LCA (Life Cycle Assessments) delle transazioni digitali e tradizionali effettuate nei negozi fisici e online in Belgio durante il 2022.

L’analisi sul ciclo di vita dei pagamenti ha prodotto dei risultati interessanti e molto utili in termini di consumo energetico e di emissioni che offrono una panoramica più chiara di come tali transazioni impattano sull’ambiente.

Per quanto riguarda ogni transazione avvenuta nei negozi fisici, i dati riportano un livello di emissione di 2,45 g di CO2, di cui:

  • Il 45% deriva dalla stampa dello scontrino;
  • Il 35% dalle carte di pagamento;
  • Il 25% invece è rappresentato dai terminali di pagamento.

I pagamenti online negli eCommerce invece generano 11,9 g di CO2 così suddivisi:

  • Il 75% è rappresentato dai dispositivi di autenticazione;
  • Il 15% dagli smartphone;
  • Il 7% dalle carte di pagamento.

Anche i pagamenti in contanti hanno un grande impatto sull’inquinamento, soprattutto a causa del prelievo agli ATM, durante il quale vengono emessi 19,5g di CO2. Considerando che in Belgio nel 2022 per ogni ritiro si effettuavano circa sette pagamenti, è possibile stimare un’emissione media per pagamento di 2,8g di CO2.

L’industria del contante fa un uso intensivo delle risorse provenienti dal carbone, impattando notevolmente sull’ambiente attraverso l’uso e la lavorazione della carta, dei materiali polimerici, dell’elettricità, del trasporto, dell’acqua e della plastica. Ma i contanti non sono l’unico metodo di pagamento che genera inquinamento.

Un altro tipo di transazione che genera una quantità significativa di emissioni è rappresentato dalle criptovalute che richiedono enormi quantità di energia per essere create e utilizzate. A seconda del protocollo utilizzato, alcune di queste valute possono richiedere elevati livelli di potenza di calcolo, come nel caso di Bitcoin, la cui impronta di carbonio è da 4 a 5 volte superiore alle emissioni combinate di tutte le valute tradizionali.

Decarbonizzazione dei pagamenti: come raggiungere 1g di CO2 per transazione?

L’attenzione dell’Unione Europea al tema della decarbonizzazione è sempre più alta e per questo nel 2021 è stato approvato il Green Deal, la cosiddetta Legge europea sul Clima, che ha reso vincolante l’impegno dell’UE a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e ha fissato l’obiettivo di ridurre entro il 2030 le emissioni dell’Ue di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990.

Tra le tante azioni previste, oltre alla costruzione di case più efficienti, all’incentivo sulla produzione delle auto elettriche e sull’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili, compare anche l’ottimizzazione delle azioni quotidiane, come le transazioni.

Grazie allo studio di Worldline, attraverso il quale sono stati individuati con precisione tutti i processi e gli aspetti che aumentano le emissioni di CO2, è possibile anche individuare le giuste strategie per ridurre le emissioni dei pagamenti fino al raggiungimento di 1g di CO2 per transazione.

Tra queste compaiono:

  • L’estensione della validità delle carte e dei terminali, così da favorire un approccio più green anche nelle procedure di smaltimento;
  • Una maggiore consapevolezza dei clienti sui consumi e sull’impatto che le transazioni hanno sull’ambiente attraverso campagne di sensibilizzazione;
  • L’abbandono dello scontrino stampato anche tramite un aiuto legislativo mirato;
  • L’ottimizzazione dei terminali di pagamento per assicurare una bassa emissione di CO2;
  • L’eliminazione dei sistemi tradizionali di autenticazione, preferendo il pagamento tramite gli smartphone.

Questi passi sono essenziali affinché la decarbonizzazione dei pagamenti possa rappresentare un passo importante verso la sostenibilità e la riduzione delle emissioni di CO2, minimizzando l’impatto ambientale di ogni singola transazione.

Raggiungere 1 grammo di CO2 per transazione è un obiettivo non solo desiderabile ma anche possibile attraverso l’adozione di soluzioni innovative e di un impegno costante da parte dei singoli e della collettività. In questo modo si potranno creare sistemi di pagamento che contribuiscono alla costruzione di un futuro migliore per il pianeta e per le generazioni a venire.


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