In un mondo sempre più globalizzato, avere un Export Manager nella propria azienda è una delle carte vincenti per migliorare i propri obiettivi di business.
Come per tutte le scelte strategiche aziendali, anche per decidere di dotarsi della figura dell’Export Manager bisogna prima di tutto conoscerne la professionalità e i valutarne costi e benefici.
Chi è l’export Manager e cosa fa
Essere un export Manager significa assumersi la responsabilità di sviluppare il mercato estero di un’azienda. Questa figura ha un ruolo chiave soprattutto nelle PMI innovative e in generale in tutte quelle aziende medio piccole dove l’internazionalizzazione PMI è una questione di sopravvivenza.
Compito dell’export Manager è quello di ideare la strategia di business nel mercato estero e la definizione delle linee operative per attuarla, in base alle politiche aziendali e alle opportunità di business, programmando e attuando un piano di promozione internazionale dell’impresa.
Tra le principali competenze che deve avere un export Manager, c’è la capacità di redigere un piano di marketing strategico, conoscere le tecniche di transazione e negoziazione con i mercati esteri e le principali formule assicurative. Un’altra importante competenza è la conoscenza della logistica e dei trasporti internazionali, e le sue relative problematiche, oltre a nozioni di diritto internazionale per la corretta stipula dei contratti e naturalmente la conoscenza delle lingue straniere.
Infine è importante che un export Manager sappia quali sono le principali procedure bancarie per l’acquisto e la vendita di prodotti all’estero, oltre ad avere una buona conoscenza dei principali sistemi di pagamento online e offline, dai POS nei punti vendita ai nuovi sistemi di mobile POS e POS virtuale, fino alle soluzioni di pagamento per gli e-commerce.
Da non sottovalutare per ricoprire al meglio questo ruolo, sono quelle che vengono definite le soft skills, cioè le competenze non specifiche legate alle caratteristiche della personalità. Intraprendenza, dinamicità, disponibilità a viaggiare e buone doti organizzative e di leadership sono indispensabili per essere un buon export Manager.
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Export Manager: 10 vantaggi di averne uno
Trovare un export Manager che abbia tutte le competenze descritte sopra è difficile, oltre che sicuramente oneroso per l’azienda. Per questo è importante valutare bene quali sono le motivazioni e i vantaggi che ci spingono ad averne uno.
Ecco quali sono i 10 vantaggi più importanti:
1) Accessibilità a nuovi mercati
L’accesso al mercato globale offre l’importante vantaggio di aumentare i profitti e il fatturato dell’azienda, rendendola di conseguenza più solida e apprezzata anche da possibili investitori.
2) Diversificazione dei rami di business
Grazie alla figura dell’export Manager si potrà scegliere di sviluppare una strategia di business secondaria rispetto a quello che è stato fino a quel momento il core business dell’azienda. Questo aiuta a diversificare il rischio e ad avere una visione strategica sul medio lungo periodo.
3) Ottimizzazione di tempi e risorse
Un vantaggio importante per le aziende che scelgono di avere un export Manager all’interno del proprio organico, è la riorganizzazione aziendale. Con una figura di riferimento responsabile del mercato estero interna all’azienda, si avrà un minor dispendio di energie in termini di tempo e risorse, perché tutti i processi e le decisioni verranno canalizzate verso un unico referente.
4) Accesso a finanziamenti legati all’internazionalizzazione
L’internazionalizzazione delle aziende è un cambiamento che viene supportato in vari modi sia dal governo Italiano che dall’Unione Europea. Scegliere di investire in un export Manager è una decisione che può essere in parte supportata da finanziamenti ad hoc, soprattutto se a farlo sono le PMI, ovvero le piccole e medie imprese che rientrano nei criteri europei.
5) Allungamento del ciclo di vita di un prodotto
Avere in azienda la figura dell’export Manager, offre il vantaggio di poter vendere il proprio prodotto o servizio anche in paesi dove la stagionalità è diversa dalla nostra, allungandone così il ciclo di vita. Questo è vero soprattutto per il mercato dei prodotti alimentari, ma anche per settori come quello dell’abbigliamento, entrambi in cima alle statistiche dei prodotti italiani più esportati all’estero.
6) Apertura all’innovazione
Farsi carico della figura di export Manager significa aprirsi all’innovazione e al cambiamento, qualità molto apprezzate sia da possibili investitori in cerca di nuove opportunità di business, ma anche da governo Italiano e Unione Europea, che agevolano lo sviluppo delle PMI innovative con fondi e finanziamenti ad hoc.
7) Aumento della propria competitività nel mercato interno
Avere un export Manager e sviluppare una strategia di internazionalizzazione porta benefici anche in termini di competitività nel mercato interno. Grazie alla nuova spinta verso l’export l’azienda sarà più forte agli occhi dei competitor perché non sarà costretta a rimanere ancorata alle logiche di quel mercato di riferimento.
8) Vantaggi in termini di competenze
Un vantaggio spesso sottovalutato è quello legato alla crescita aziendale in termini di formazione di nuove competenze. Grazie all’inserimento di figure come un export Manager, tutto il team di lavoro beneficerà dell’acquisizione di nuove competenze che faranno crescere non solo le singole figure all’interno del team ma tutta l’azienda.
9) Aumento di visibilità del marchio
Avere un export Manager ed essere competitivi sul mercato internazionale porterà l’enorme vantaggio di rendere visibile e far conoscere il nostro marchio anche all’estero, con un conseguente miglioramento dell’identità del Brand e della propria reputazione online.
10) Promozione della propria azienda in nuovi mercati
Infine, scegliere di avere un export Manager in azienda offre il vantaggio di avere la possibilità di promuovere e comunicare i propri prodotti e il proprio Brand in un mercato più ampio, sfruttando i vantaggi e le strategie di marketing digitale e migliorando la visibilità della propria azienda.