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Il ruolo dell’identità digitale nel Metaverso è sempre più importante e, di conseguenza, anche la protezione della privacy di ciascun utente sta diventando una priorità.
Che cos’è l’identità digitale?
Lo sviluppo del web 2.0 e la crescita esponenziale dei social network hanno portato alla nascita di una nuova idea di identità che va oltre il semplice nome e cognome. L’identità digitale rappresenta la versione virtuale dell’identità reale di un individuo, comprensiva delle sue caratteristiche fisiche e dei suoi interessi e consente l’interazione elettronica con altri individui o sistemi informatici. Più nel dettaglio, si tratta dell’insieme dei dati e delle informazioni che definiscono una persona fisica all’interno di un determinato sistema informatico.
Nel Decreto SPID, l’identità digitale, ad esempio, è descritta come una «rappresentazione informatica della corrispondenza biunivoca tra un utente ed i suoi attributi identificativi, verificata attraverso l’insieme dei dati raccolti e registrati in forma digitale».
Questo nuovo concetto di identità segna il passaggio da persona a utente che può accedere al sistema attraverso credenziali univoche, numericamente e qualitativamente molto diverse tra loro, formate da un ID utente, il cosiddetto username, e una password.
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Diritto all’identità digitale: i principi contenuti nella Dichiarazione dei diritti in Internet?
Internet ha contribuito in maniera decisiva allo sviluppo delle identità digitali, portando con sé nuovi diritti e doveri illustrati all’interno dei 14 articoli che compongono la Dichiarazione dei diritti di Internet, il testo elaborato dalla Commissione per i diritti e i doveri relativi ad Internet a seguito della consultazione pubblica, delle audizioni svolte e della riunione della stessa Commissione del 14 luglio 2015.
Il documento contiene un’analisi approfondita delle principali tematiche legate all’uso consapevole e corretto di Internet, uno strumento che ha cambiato in maniera radicale il modo di interagire tra le persone e deve essere considerato una risorsa globale poiché risponde al criterio dell’universalità.
In particolare, l’articolo 9 raccoglie le disposizioni in materia di tutela della identità digitale degli utenti, riportando i principi fondamentali che devono essere rispettati da tutti i soggetti coinvolti nell’uso di Internet:
- Ogni persona ha diritto alla rappresentazione integrale e aggiornata delle proprie identità in Rete;
- La definizione dell’identità riguarda la libera costruzione della personalità e non può essere sottratta all’intervento e alla conoscenza dell’interessato;
- L’uso di algoritmi e di tecniche probabilistiche deve essere portato a conoscenza delle persone interessate, che in ogni caso possono opporsi alla costruzione e alla diffusione di profili che le riguardano;
- Ogni persona ha diritto di fornire solo i dati strettamente necessari per l’adempimento di obblighi previsti dalla legge, per la fornitura di beni e servizi, per l’accesso alle piattaforme che operano in Internet;
- L’attribuzione e la gestione dell’Identità digitale da parte delle Istituzioni Pubbliche devono essere accompagnate da adeguate garanzie, in particolare in termini di sicurezza.
L’identità digitale nel Metaverso
L’identità digitale è un elemento essenziale per lo sviluppo del Metaverso, inteso come una rete di mondi connessi l’uno all’altro e basati su infrastrutture digitali, che offrono un’esperienza di realtà virtuale davvero immersiva.
All’interno di questi spazi tridimensionali gli utenti sono in grado di interagire con altri utenti e possono compiere azioni di qualsiasi tipo, da quelle più banali come passeggiare a quelle che richiedono un maggiore coinvolgimento emotivo, ad esempio giocare o socializzare, come se fossero in una vera e propria realtà. La manifestazione degli utenti all’interno dei metaversi si realizza tramite un avatar, una rappresentazione della identità digitale di ciascun utente.
Da Meta a Microsoft, da Alibaba a Balenciaga, il Metaverso sta attirando gli investimenti di grandi aziende che riconoscono in esso una sfida di grande portata e con enormi potenzialità: secondo i dati di ricerca diffusi da Grand View Research, il mercato del Metaverso potrebbe crescere fino a 678,8 miliardi di dollari entro il 2030.
Considerando l’enorme mole di dati personali che circoleranno all’interno di questi spazi virtuali e il business che si svilupperà intorno ad essi grazie alla raccolta e al trattamento di tali dati, il tema della privacy assume un’importanza ancora maggiore. Per questo motivo, è fondamentale che gli utenti siano consapevoli dei propri diritti in materia di identità digitale e che conoscano a fondo le disposizioni del GDPR, che stabilisce le regole a cui ogni soggetto deve attenersi in materia di trattamento dei dati personali.
Quali sono i rischi del Metaverso?
Il Metaverso è una fonte di opportunità, basti pensare agli NFT, che stanno diventando sempre più popolari, e alle criptovalute, ovvero monete digitali che permettono la realizzazione di transazioni online sicure e veloci, tuttavia presenta anche dei rischi, ad esempio la possibilità di tracciamento e la raccolta dei dati personali da parte di cybercriminali, che possono mettere a repentaglio la privacy degli utenti e di conseguenza le loro identità digitali.
Come? Partiamo da un assunto: il Metaverso sfrutta tecnologie di Realtà Aumentata (Augmented Reality – AR) e Realtà Virtuale (Virtual Reality – VR). L’AR integra elementi digitali nel mondo reale, mentre la VR crea un ambiente virtuale che, pur simulando la realtà, non ne fa parte e per accedervi è necessario ricorrere ad appositi strumenti come visori oppure caschi che consentono di immergersi e muoversi in una sorta di mondo parallelo, offrendo una visione il più possibile realistica di ciò che l’utente percepisce.
Sebbene queste tecnologie offrano la possibilità di esplorare mondi nuovi ed interessanti, è bene non dimenticare che l’impiego delle stesse può rappresentare un potenziale rischio per la privacy, soprattutto considerando che le tecnologie AR e VR possono essere utilizzate per monitorare le azioni degli utenti e permettono di raccogliere informazioni molto riservate, come i dati biometrici.
Ecco quali sono i principali rischi legati all’uso dell’identità digitale nel Metaverso:
- Furto d’identità (ad esempio, la possibilità di identificare un utente in base alle informazioni memorizzate nell’avatar);
- Utilizzo indebito dei dati personali a fini commerciali;
- Phishing;
- Danni alla proprietà intellettuale;
- Attacchi informatici mirati a sottrarre informazioni e denaro.
Come gestire la privacy nel Metaverso?
Per garantire un approccio sicuro alla identità digitale nel Metaverso, come spiegato in un articolo pubblicato lo scorso ottobre su Agendadigitale.eu, testata di riferimento per tematiche riguardanti la trasformazione digitale, il Digital Market Act (DMA) avrà un ruolo fondamentale nell’ambito regolatorio delle big platform.
L’obiettivo del DMA è quello di contrastare le pratiche commerciali dannose e le distorsioni della concorrenza da parte delle Big Tech per evitare che queste abusino della propria posizione, assicurando sia la parità di condizioni nel mercato digitale che il diritto dei consumatori ad avere accesso a servizi sicuri.
Anche l’Artificial Intelligence Act e il Data Governance Act (DGA) sono considerate normative essenziali per la regolamentazione degli intermediari e l’uso dei sistemi di intelligenza artificiale nel Metaverso, soprattutto per quanto riguarda l’uso dei dati biometrici.
Non solo l’Europa, anche la Cina, con il Beijing Action Plan for Promoting the Innovation and Development of the Digital Human Industry, sta lavorando a un piano che regoli l’uso dell’identità digitale nel Metaverso, mentre negli USA il Congresso ha individuato quattro aree di sviluppo legislativo: moderazione dei contenuti, privacy, competizione, e digital divide.