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Obbligo POS: tutte le importanti novità del 2022
Dal 30 giugno 2022 sono entrate in vigore le nuove regole sui pagamenti elettronici che prevedono obbligo pagamento POS e sanzioni per commercianti e professionisti che ignorano le regole.
Il pagamento elettronico è ormai la norma, sia per i consumatori che per le aziende, e serve a garantire maggiore sicurezza e trasparenza nelle transazioni. Tuttavia, nonostante l’obbligo POS sia in vigore da alcuni anni, molti commercianti e professionisti rifiutano ancora di accettare pagamenti tramite carte di credito o debito.
In Italia di obbligo POS si è parlato per la prima volta nel 2012 con il Decreto Crescita 2.0, ma le sanzioni sono state introdotte solo nel 2019, con l’articolo 23 del Decreto-Legge n.124. Tuttavia, a seguito della conversione in legge del suddetto decreto, l’articolo in questione è stato abrogato e fino allo scorso 30 giugno non erano previste ammende nei confronti di chi rifiutava pagamenti elettronici.
Uno scenario destinato a cambiare con il nuovo Decreto-Legge n.36/2022, recante misure urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), che ha anticipato al 30 giugno 2022, l’introduzione delle sanzioni a carico degli esercenti e dei professionisti che non accettano pagamenti elettronici.
Che cosa significa? Vuol dire che, dal 1° luglio 2022 chi effettua l’attività di vendita di prodotti e prestazioni di servizi, anche professionali, dovrà dotarsi di un POS e se rifiuta di accettare pagamenti elettronici rischia una sanzione amministrativa pari a 30 euro, cui va aggiunta una percentuale pari al 4% del valore della transazione per la quale è stata rifiutata l’accettazione del pagamento. Per rendere più chiaro il concetto, e capire meglio che cosa succede in caso di violazione delle regole facciamo un esempio: se un esercente o un professionista rifiuta un pagamento di 10 euro, la sanzione sarà di 30,40 euro, mentre la multa sale a 34 euro se il pagamento rifiutato è pari a 100 euro.
Inoltre, se il commerciante rifiuta il pagamento con il POS, il cliente può segnalare la violazione alle autorità competenti (Polizia Locale o Guardia di Finanza) che provvederanno ad effettuare gli opportuni controlli.
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Chi ha l’obbligo di avere il POS?
L’obbligo POS per la ricezione di pagamenti elettronici riguarda tutti coloro che hanno un’attività commerciale o professionale e quindi comprende:
- Commercianti;
- Tabaccai;
- Artigiani;
- Attività di ristorazione;
- Professionisti che esercitano in proprio e hanno un rapporto diretto con il cliente (ad esempio: avvocati, notai, idraulici, commercialisti, medici, parrucchieri, eccetera);
- Attività ricettive come hotel, B&B e agriturismi.
L’obbligo si estende anche alle attività itineranti, vale a dire venditori ambulanti e affini, che devono essere in grado di accettare pagamenti con carte di credito, di debito (bancomat) e prepagate.
Pagamento POS obbligatorio: i casi di oggettiva impossibilità tecnica
L’unica motivazione valida per non accettare pagamenti elettronici è l’oggettiva impossibilità tecnica, vale a dire quelle situazioni in cui il mancato adeguamento alla normativa non dipende dall’esercente o dal professionista, ma da questioni di natura tecnica che ne impediscono l’osservanza, come guasti alla rete elettrica, malfunzionamento del POS o problemi di connettività che rendono impossibile la trasmissione del pagamento. In questi casi si applicano le norme generali sulle sanzioni amministrative previste dalla Legge n.689/81, con riferimento alle procedure e ai termini (ad eccezione dell’articolo 16 che disciplina il pagamento in forma ridotta).
Perché conviene utilizzare il POS per la gestione delle transazioni?
Oltre al rispetto della normativa sull’obbligo POS, ci sono altri buoni motivi che spiegano perché utilizzare un dispositivo che permette di accettare pagamenti con carte di credito, prepagate e bancomat è un vantaggio:
- I pagamenti con POS sono più innovativi, sicuri e meno soggetti a possibili azioni fraudolente poiché si basano sulla trasmissione di dati criptati dalla carta al terminale. Inoltre, ogni transazione viene registrata un’unica volta, senza il rischio di un doppio addebito;
- L’uso del POS semplifica la gestione dei flussi economici-finanziari dell’attività e permette di accettare pagamenti in pochi secondi ovunque ti trovi;
- Accettare pagamenti elettronici e consentire ai propri clienti di pagare con carta i propri acquisti velocizza il check-out, riduce i tempi di attesa e le code, aumenta la fidelizzazione e incrementa le vendite, incentivando in particolare gli acquisti d’impulso;
- Il decreto Fisco, Lavoro e Imprese, prevede l’erogazione di un credito d’imposta pari al 30% delle commissioni addebitate sul transato del terminale POS. Il cosiddetto Bonus POS è un incentivo economico che copre parte delle spese sostenute da commercianti e professionisti per accettare pagamenti elettronici mediante POS. Possono beneficiare del bonus tutti gli esercenti attività d’impresa, arti e professioni con un fatturato annuo uguale o inferiore a 400.000 euro (nell’anno d’imposta precedente a quello di riferimento), ovvero piccole e medie attività;
- Per tutto il 2022, in base a quanto previsto dal Decreto-Legge 30 giugno 2021, n.99, è inoltre possibile ottenere un credito di imposta fino a 320 euro per coloro che acquistano, noleggiano o utilizzano strumenti evoluti di pagamento elettronico che consentono anche la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri. il credito d’imposta spetta nel limite massimo di spesa per soggetto di 320 euro, nelle seguenti misure:
- 100% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare non superiore a 200.000 euro;
- 70% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare superiore a 200.000 euro e fino a 1 milione di euro;
- 40% per i soggetti i cui ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente siano di ammontare superiore a 1 milione di euro e fino a 5 milioni di euro.
Il suddetto credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione, successivamente al sostenimento della spesa, e deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di maturazione del credito e nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d’imposta successivi fino a quello nel quale se ne conclude l’utilizzo.
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